Canto a Braccio

Canto a Braccio

Il  canto a braccio è un  aspetto tipico della società contadina. La vita contadina, specialmente quella vissuta tra le montagne d’Abruzzo dove Borbona si trova, pur essendo spesso segnata da stenti e sacrifici non mancava di momenti lieti, celebrati dai poeti a braccio in ottava rima nelle aie, nelle osterie, nelle feste. Predominava il genere satirico, ma non mancava quello serio. I temi erano svariati: religioso, familiare, amoroso, burlesco, sociale, di cronaca, di politica e di natura.

Per rendere più divertenti le tenzoni poetiche i temi venivano trattati, come è uso dire, a contrasto: suocera-nuora, padre-figlio, montagna-pianura, mare-cielo, prete-contadino, pastore-impiegato, quiete-tempesta, ecc. Non mancavano i temi dei romanzi cavallereschi ed epici e nel tascapane dei pastori era sempre presente almeno uno dei poemi epici (Tasso, Ariosto, Boiardo, Dante, Omero ed altri).
L’ottava rima incatenata era la tecnica più usata. La bravura del poeta, il cui scopo era quello di mettere in difficoltà l’avversario, suscitando l’ilarità degli astanti, consisteva nel chiudere l’ottava con una rima molto difficile: chi seguiva doveva oltre che rispettare il tema, iniziare con un verso che aveva la stessa rima, questo per incatenare l’ottava.
A Borbona il periodo più fiorente del canto a braccio è stato quello che va dal 1850 al 1950. L’esaurirsi delle condizioni della cultura contadina ha segnato anche la fine di quella tradizione per rinnovare la quale il Comune di Borbona – Assessorato alla Cultura ha organizzato il “Festival Regionale di Canto a Braccio” che ha luogo a Borbona in settembre.