Chiesa di Sant’Anna

Chiesa di Sant’Anna

Sullo slargo dell’abitato della Terra –La Lama- in cui trova posto una fontana risalente agli anni dell’amministrazione di Margherita d’Austria (Oudenaarde, 5 luglio 1522 – Ortona, 18 gennaio 1586) e dietro la colonna in pietra calcarea locale rialzata dal piano stradale, luogo di prediche negli scorsi secoli, apre la chiesa dedicata a s. Anna, madre di Maria Vergine.

L’edificio di S. Anna venne costruito, probabilmente, nella seconda metà del Quattrocento. Fu inizialmente sede di un semplice beneficio (senza cura d’anime), unito, quasi subito alla prestigiosa Confraternita della Misericordia. Detta confraternita si occupava della sepoltura dei morti e dell’assistenza ai malati; gestiva il locale ospedale e un monte frumentario dove i poveri potevano chiedere in prestito del grano che restituivano, senza pagare gli interessi, dopo il nuovo raccolto. 
Architettura
La chiesa, formata da un’unica navata rettangolare e dall’abside, è ornata da 7 altari con cornici in legno dorato e dal soffitto a cassettone.Il portale della chiesa, scolpito in pietra, con arco a pieno centro inquadrato da lesene e sormontato da trabeazione, presenta nelle vele lo stemma di S. Bernardino e quello di Borbona. Due teste di cherubini sono nelle estremità laterali del liscio fregio, già recante un’iscrizione dipinta. La porta lignea a lacunari, con fregio intagliato sull’architrave, sotto la lunetta, ha un’imposta centrale incardinata sull’anta di destra. Il bel portale non originario della facciata, incornicia un portone in pretto stile abruzzese. Al disopra due finestre settecentesche interrompono la parete in cui si nota il vano richiuso di una finestra centrale, accecata al momento di porre l’organo nella controfacciata e di aprire le due finestre laterali. Nella parete laterale esterna furono murati reperti in pietra con decorazionivegetale diepoca romanica o pre-romanica.

Interno
All’interno, nell’arco dell’altare principale è posta la statua lignea di s. Anna che forse in origine recava in grembo la Madonna bambina; l’altare ligneo delimita il coro retrostante, intagliato in legno di castagno del luogo, come la vicina sacrestia. La figura della s. Anna sembra riconducibile alla mano di uno scultore molto vicino all’abruzzese Giovanni Antonio Percossa. Ai lati trovavano posto le immagini centinate di s. Domenico e di s. Francesco: soltanto la prime delle due è superstite. Tracce di pitture murali di un dignitoso artista de luogo, precedenti la riedificazione seicentesca, sono presenti un po’ ovunque e sull’altare a destra di quello maggiore spicca s. Giorgio che combatte il drago tratteggiato dall’aquilano Pompeo Cesura e dipinto anni dopo da un pittore del suo ambiente. Sempre sullo stesso lato, l’altare più vicino all’entrata denominato correntemente del Terz’Ordine torna a manifestarsi l’influsso della pittura fiorentina di tradizione savonaroliana in un dipinto, probabile opera di Bernardino Monaldi, con la figura di Gesù esemplata su quella della tavola riferita a Zanobi Poggini ancora conservato nel convento di S. Domenico a Fiesole. Nel dipinto di Borbona è rappresentata una delle monache benedettine Clarisse, già proprietarie del luogo insieme a una devota terziaria di Borbona e dal lato opposto la tela furono ridipinti da mano meno estrosa personaggi francescani, dopo l’ingresso dei frati nel XVII secolo. Nella chiesa trovano posto altre immagini sante scolpite e il pregevole cassettonato del soffitto, nei suoi lacunari, mostra tutti i numi dell’Ordine del Poverello di Assisi.

Affresco del Quattrocento

Nell’agosto del ’95, durante i lavori di sistemazione nella chiesa di S. Anna, è tornato alla luce un notevole affresco con i santi Antonio da Padova e Rocco, un’opera che sembra lecito attribuire al maestro dell’Icona Passatora. L’affresco era coperto da una tela secentesca, datata 1625 ed è visibile adesso all’interno del terzo altare della parte sinistra.