La figura di Margherita d’Austria (1522 – 1586) acquista particolare rilevanza storica per i territori di cui fu abitante e governatrice. Infatti il padre, l’imperatore Carlo V, le aveva dato in dote nel 1533 i feudi di Penne, Campli, Ortona, Leonessa, Cittaducale, Montereale, ai quali Margherita aggiunse nel 1570 Borbona e il suo territorio, acquistandoli da un generale spagnolo che li aveva ricevuti in premio per le campagne d’armi sostenute dall’imperatore in Italia. E’ di grande rilevanza la biografia di “Madama” che evidenzia la poliedricità di questo personaggio, nella sua veste politica e di amministratrice dei beni a lei affidati.
Per il paese di Borbona entrare nei domini di Margherita significò l’ingresso nella storia, in quanto questo personaggio dette forma e regole agli usi in essere nelle comunità da lei governate. Questo passaggio normativo permetterà alla popolazione meno abbiente di accedere a quelle risorse primarie che ne permetteranno la sussistenza e nello stesso tempo creare le condizioni di buona manutenzione dei boschi e dei territori montani.
Biografia
Margherita nacque ad Oudenaarde, nelle Fiandre, dall’Imperatore Carlo V e dalla sua amante Giovanna van der Gheynst, figlia di un lavorante di arazzi. Fu battezzata nella Chiesa di Nostra Signora di Pamele e cresciuta a Bruxelles, sotto la supervisione di Margherita d’Asburgo, governatrice dei Paesi Bassi meridionali e di Maria d’Asburgo ex regina d’Ungheria, rispettivamente zia e sorella di Carlo V, all’interno della famiglia di Andries Douvrin, signore di Drogenbos e Sint-Martens-Bodegem. Fu legittimata dal padre ed educata secondo i dettami previsti dal suo rango.
L’imperatore Carlo V con la sua amante Johanna van der Gheynst alla nascita della loro figlia, Margherita, dipinto di Theodore Joseph Canneel.
Nell’anno 1529 Carlo V la riconobbe come sua figlia. Nel 1532, all’età di dieci anni, Margherita si trasferì in Italia, dove visse sotto le regole impostele da Francesca d’Entremont de Montbel, vedova dell’ex viceré di Napoli, Carlo di Lannoy.
Nel 1533 ebbe in dote dal padre i feudi di Penne, Campli, Ortona, Leonessa, Cittaducale, Montereale (che formarono in seguito i cosiddetti Stati Farnesiani d’Abruzzo, e successivamente altri feudi quali Castellammare di Stabia, Altamura e la Signoria di Roccaguglielma (situati nel Regno di Napoli).
Fu promessa ad Alessandro de’ Medici, duca di Firenze, con il quale convolò a nozze il 13 giugno 1536. Il loro matrimonio, celebrato a Firenze, non fu felice a causa del carattere e della sregolatezza del marito. Comunque, nel 1537 Alessandro fu assassinato dal cugino Lorenzino de’ Medici e così Margherita fu nuovamente libera.
Sposò poi Ottavio Farnese, figlio di Pierluigi Farnese, nipote di Paolo III e duca ereditario di Castro nel 1538. Margherita avrebbe preferito a lui Cosimo dei Medici e per palesare apertamente il suo dissenso a queste nozze si presentò a Roma vestita di nero palesando a tutti che tale imposizione non le piaceva.
L’unione non si rivelò, inizialmente, felice, anche a causa di Margherita che cercò in tutte le maniere di non consumare il matrimonio. Secondo i dispacci che aggiornavano Carlo V sul ménage della coppia sembra che Paolo III e Pier Luigi facessero di tutto per risollevare Margherita, mentre Ottavio conduceva una vita notturna certamente non degna di un nipote del papa; fu il periodo durante il quale, a palazzo Madama, a Margherita offriva assistenza spirituale Ignazio di Loyola.
Il 27 agosto 1545 nacquero due gemelli, Carlo ed Alessandro. Il 1547, anno nefasto per la morte di Pier Luigi, fu invece l’anno in cui la coppia Margherita-Ottavio si rinsaldò: il coraggio dimostrato da Ottavio nel conquistare Parma quando sia l’imperatore, sia il papa erano contro di lui portarono Margherita a schierarsi decisamente in favore del marito, con il quale subentrò una intesa amichevole e comprensiva.
Nel 1559, Filippo II la nominò governatrice dei Paesi Bassi, che erano in rivolta contro la dominazione spagnola. Margherita partì da Piacenza il 25 maggio tra le acclamazioni della folla. Quando giunse a Gand il re la presentò agli Stati Generali e le conferì pieni poteri: “con l’arrivo di Margherita d’Austria, la duchessa di Parma figlia bastarda (di madre fiamminga) di Carlo V, gli Stati generali delle province unite non erano ancora «rivoluzionari»” ed ella cercò una mediazione per evitare che scoppiasse una rivolta, mitigando la politica anticalvinista portata avanti da Filippo II, con la speranza di avvicinare gli elementi più moderati della società fiamminga all’autorità reale.
Si arrivò a un conflitto, che terminò in suo favore: vennero ristabiliti l’autorità reale e il culto cattolico, ma nell’ambito della scelta di Margherita di Parma di allearsi con l’establishment conservatore olandese, a costo di concessioni sull’ortodossia religiosa.
L’accordo non durò molto, anche perché ostacolato dal grande inquisitore, Antoine Perenot de Granvelle, ma comunque a Margherita fu riconosciuta grande stima per il suo operato, ella non solo riuscì a reprimere l’iconoclastia, ma tentò anche di mediare fra il re e la lega dei grandi, formatasi nel 1562. Ma tutto fu inutile e nel 1568 Margherita si rassegnò a chiedere il termine del mandato, a causa dei contrasti col fratello e soprattutto per la politica aggressiva del nuovo inviato di Filippo, il duca d’Alba, che alla sua partenza la sostituì nel governo delle Province Unite.
Nel 1568 fece ritorno in Italia per stabilirsi nei suoi feudi abruzzesi che cominciò ad amministrare direttamente. Dopo un breve soggiorno a Leonessa decise di dimorare a Cittaducale, dove si trattenne fino al 1572, per poi trasferirsi all’Aquila di cui era stata nominata Governatrice. Durante il periodo trascorso a Cittaducale, Margherita diede ulteriori prove delle sue eccellenti capacità amministrative, dando impulso all’economia locale e alla cultura e risolvendo delicate questioni territoriali.
Trasferitasi a L’Aquila la “Madama”, come veniva soprannominata, riunì attorno a sé nel Palazzo del Capitano, un vasto stuolo di artisti e i intellettuali, tra cui Andrea Alfieri, Sebastiano Marchesi, Francesco De Marchi, il primo scalatore del Gran Sasso attestato, il matematico Girolamo Pico Fonticulano, che progettò per lei l’attuale palazzo Margherita, ricavato dalla storica sede del capitano Regio. Margherita per l’attività economica a L’Aquila fece costruire anche una grande masseria presso località Pile, detta “La Cascina”.
Nel 1582 acquistò la città di Ortona dove fece costruire la sua dimora personale del Palazzo Farnese su commissione di Giacomo della Porta, anche se non lo vide mai completato. Morì in questa città all’età di 64 anni, lo stesso anno di suo marito, il 1586. Una targa ricorda il luogo di morte, il palazzo Mancini Riccardi presso la piazza San Tommaso, storica sede dei signori e sindaci di Ortona dal XIII secolo.
Oltre ad un genuino interesse per la musica e l’arte, Margherita era molto affezionata a un cofanetto di gioielli, cammei, gemme e altri preziosi ricevuti dal primo marito Alessandro, nel 1587, dopo la morte della duchessa di Parma, i pezzi archeologici raccolti dai Medici, fin lì conservati a Palazzo Madama da Margherita d’Austria, vennero trasferiti a palazzo Farnese, seguendo le vicende della famiglia. Queste opere d’arte andarono, poi, a Parma ed approdarono infine a Napoli: per questa ragione la più bella glittica appartenuta ai Medici si trova oggi al Museo archeologico nazionale di Napoli.
Il nome delle Montagne della Duchessa, nelle quali è stata istituita l’omonima Riserva regionale Montagne della Duchessa per opera della Regione Lazio, è un omaggio proprio a Margherita d’Austria da parte dell’ingegnere bolognese Francesco De Marchi, incaricato di tracciare la cartografia della zona.

Fu sepolta a Piacenza nella chiesa di S. Sisto.